In estrema sintesi l'insufficienza venosa è un disturbo della circolazione sanguigna: le
vene non veicolano le giuste quantità di sangue dalle estremità al cuore.
I sintomi dell’insufficienza venosa possono essere molti e diversi, in relazione anche al
grado di insufficienza e quindi alla gravità.
Si manifestano soprattutto a carico degli arti inferiori con: gonfiore, pesantezza delle
gambe, formicolii, prurito, bruciori, dolori e crampi notturni, capillari in evidenza,
alterazioni cutanee, vene varicose, ulcerazioni.
Normalmente come arrivo a una diagnosi di insufficienza venosa?
In primis con l’osservazione medica diretta delle lesioni (ovvero l’esame obiettivo) e con la
raccolta dei disturbi riportati dal paziente (ovvero l’anamnesi). Eseguo poi un
ecocolordoppler, per escludere o confermare la presenza di un'eventuale trombosi venosa
profonda e per valutare la funzionalità delle vene e l'eventuale compromissione
morfologica in maniera approfondita.
Accertata l’insufficienza venosa sono assolutamente consigliate buone pratiche di
igiene:
- contrastare l’obesità con una dieta corretta e bilanciata;
- ridurre la sedentarietà con un costante esercizio fisico;
- utilizzare calze elastiche/bende a compressione, indicate per alleviare il gonfiore e ridurne il dolore;
- evitare di rimanere in posizione eretta, quasi immobile, o seduti per molte ore consecutive;
- limitare possibilmente le soste prolungate in ambienti caldi, ad alta umidità, perché è una condizione che favorisce la vasodilatazione.
A ciò si aggiungono veri e propri trattamenti dell’insufficienza venosa con i quali si affronta la problematica in maniera efficace, eccellente e duratura, con grande sollievo dei pazienti.
- Attualmente invece l’intervento più usato, con risultati brillanti, è la TRAP (Fleboterapia rigenerativa tridimensionale ambulatoriale): una metodica conservativa che si sostanzia in una terapia iniettiva che agisce sulle pareti dei vasi, rigenerandole.
- Altra tecnica poco invasiva ed estremamente utile è la Carbossiterapia ad alti flussi, che consiste nella somministrazione sottocute di una calibrata quantità di anidride carbonica allo stato gassoso.
Come sempre pongo l’accento sull’UNICITA’ della persona e quindi approccio e percorso
medico devono essere una risposta precisa, su misura. Soltanto dopo una visita accurata
e in questo caso il supporto della diagnostica strumentale, è possibile pensare a misure e
rimedi mirati che tengano conto di tutta la situazione clinica e personale.
Qui tengo molto ad insistere tanto sulla prevenzione dell’insufficienza venosa quanto
sull’attenzione a contenerne la classe di severità per evitare degenerazioni patologiche
serie.
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subito. Prendi appuntamento, ti aspetto in Studio.